Les œuvres de Vico furent presque ignorées dans toute l'Europe, si ce n'est de Jean Lee 1ère de l'Université de Louvain, qui donna un jugement très positif du De uno et du De constantia que Vico lui envoya le 9 janvier 1722. A ce propos Benedetto Croce a écrit: «Naturalmente molto più viva fu la gioia del nostro nel leggere in una lettera amstedalamense inviatagli l'8 settembre 1722 dal maggior erudito europeo del tempo, ossia da Giovanni Lee 1ère (1657-1736) — al quale sin dal 9 gennaio aveva inviato in omaggio il De uno e il De constantia — che 'Multa et egregia, turn philosophica turn etiam philologica', in cui lo stesso Leclerc s 'era imbattuto lungo una frettolosa lettura di quei volumi, sarebbero stati da lui posti in rilievo in due annunci bibliografici, per mostrare 'septentrionalibus eruditis acumen atque eruditionem non minus apud italos invenire quam apud ipsas: imo vero doctiora et acutiora dici ab italis quam quae a frigidiorum ararum incolis expectari queant'. (...) Di li a qualche mese, giunse a Napoli il fascicolo délia Bibliothèque ancienne et moderne, ove diciassette pagine erano consacrate a esporre, coi mag- giori elogi, il contenuto dell'uno e dell'atro volume vichiano». Benedetto Croce, Bibliografia vichiana, I vol., Riccardo Riccardi Editore, Naples, 1947, pp. 191- 192.