Sull'influenza di Cartesio, Leibniz e Newton nel primo approccio di Kant al problema dello spazio e della sua dimensionalita

Epistemologia 21 (2):211-224 (1998)
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Abstract

L'idea di relazionare la dimensionalità dello spazio ad una legge fisica, contenuta nel primo scritto di Kant "Pensieri sulla veridica estima delle forze vive", svela un modo di guardare i rapporti tra Fisica e Matematica così nuovo ed originale che potè essere sviluppato e compreso nella sua plenitudine soltanto nel secolo XX. Ci riferiamo qui ala prospettiva aperta da Ehrenfest nel suo "In what way does it become manifest in the fundamental laws of physics that space has three dimensions?". In questo saggio si cerca di comprendere alcune delle radici fisiche, filosofiche e teologiche dell’approccio di Kant a questo problema, e la sua inserzione nel dibattito delle idee che sostengono la concezione meccanicista del Mondo. In primo luogo, si sottolinea che da una lettura attenta del suo Gedanken von der wahren Schätzung der lebendigen Kräfte si può concludere che - al contrario di quanto viene normalmente creduto - Kant non riuscì a dimostrare la sua congettura che la tridimensionalità dello spazio possa essere fondata sulla legge di gravitazione di Newton, secondo la quale la forza tra due corpi va come l'inverso del quadrato della distanza che li separa; in realtà, egli si limitò a giustificare la tridimensionalità della estensione. Dopo aver considerato la distinzione fra estensione e spazio, si fa notare che la catena logica della congettura del giovane Kant, presuppone la forza come concetto basilare, intrinseco alle sostanze. È mediante questa forza che si stabiliscono le relazioni tra le sostanze, le quali, a sua volta, creano l'ordine su cui viene basato il concetto di spazio. Si deve badare che la coerenza del suo argomento richiede, in ultima analisi, concepire la percezione, cioè, l'interazione fra le sostanze e l'anima, come risultato della medesima forza di lunga portata. Inoltre, si dimostra che l'argomento di Kant non poteva essere costrutto su una intelaiatura puramente newtoniana nel 1747. Infatti, egli costruì sua dimostrazione a partire da una concezione del mondo basata sul legato di Cartesio (soprattutto l'idea di um ordine cosmico) e Leibniz (l'esistenza di una forza che precede l'estensione e l'idea di spazio relativo) alla quale sovrappone, in modo ibrido, la legge di gravitazione di Newton. Si argomenta che questa scelta fu fortemente influenzata da alcune idee teologiche del Giovane Kant che divergono da quelle di Cartesio, Newton e Leibniz. Fu questo carattere ibrido del suo approccio che permise a Kant di trattare la questione della dimensionalità dello spazio come un problema di fisica, ma, che, allo stesso tempo, a causa delle sue limitazioni intrinsiche, portò Kant a provare appena la tridimensionalità della estensione.

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