Abstract

Un uso critico della memoria porta a rimettere in questione il pregiudizio che soltanto il futuro sia aperto e il passato invece determinato e chiuso. Il senso di ciò che è accaduto non è fissato una volta per tutte. Il perdono si situa nel punto di convergenza tra lavoro della memoria e lavoro del lutto. Esso è il contrario di un oblio di fuga. Si può perdonare solo ciò che non è stato dimenticato, quello che deve essere spezzato è il debito non il ricordo. D’altra parte accompagna l’oblio attivo, comparabile al lavoro del lutto, ed è in questo senso che esso guarisce, dischiudendo la possibilità di proiettarsi nell’avvenire in maniera creativa.A critical use of memory leads to dispute the prejudice according to which only the future is open whereas the past is closed and determinate. The meaning of what has occurred is not definitely fixed. The forgiveness can be placed in the point of convergence between the work of memory and the work of mourning. It can be seen as the opposite of an escape oblivion. What can be forgiven is just what it hasn’t been forgotten. The debt and not the remembrance must be broken. On the other hand, the forgiveness goes together with an active oblivion, and in this way it has the power to cure, opening the possibility to project oneself into the future in a creative way