Empiricism and Semantics: From Rudolf Carnap to Contemporary Epistemology In recent years analytic philosophy has developed a deeper interest in the historiographical reconstruction of its roots. This interest is testified by many publications, which have appeared since the 90’s, about the life and thought of classical authors of analytic tradition, like Frege, Russell, Wittgenstein, Carnap and Tarski. In my doctoral thesis I take up this line, focusing on two famous works of Rudolf Carnap: Der logische Aufbau der Welt, published in 1928, and Logische Syntax der Sprache, published in 1934. The main reference points of my historical and philosophical research are Jorge Alberto Coffa and Michael Friedman: I try to imitate their style of combining the analysis of technical aspects of logic and philosophy of language with broader considerations about conceptual trends and theoretical contexts. In the first chapter I present Carnap’s attempt in 1928 to build a symbolic system that formalizes scientific concepts. With this technique of formalization Carnap aims for the reduction of science to subjective experiences. The Aufbau can be seen as a programmatic manifesto of a verificationist theory of meaning, belonging to the empiricist tradition – as Quine indicated in his famous critic. Nevertheless, in the book there are strong influences of the Neokantian school, which link Carnap’s thought to 19th century transcendental philosophy. In the chapter, I highlight the points of the Aufbau in which a “transcendental scheme” can be identified; particularly, the concept of structure, that plays an important role in Carnap’s arguments, shows a kinship with the Kantian tradition. In addition, I emphasize the problematic status of solipsism in the carnapian system. The second chapter begins with a summary of the Protocol Sentence Debate among the members of the Vienna Circle in the early 30’s. Discussing the function of protocol sentences in the epistemology of logical empiricism, one has to deal with the task of explaining the syntactical relation that the authors had in mind, when they were disputing the foundation of theoretical sentences through the protocols. With regard to this subject, I start to analyze Logische Syntax der Sprache, whose main goal is to define the concept of consequence, a syntactical/semantic relation broader than that determined by the usual rules of derivation in axiomatic systems. Coping with this problem, Carnap develops some technical devices that are pretty close to Tarski’s definition of truth. The chapter finishes with a brief survey of the significance of tarskian semantics for contemporary philosophy of science. The third chapter consists of the synthetic exposition of an original approach to the problems of formalization and semantics, developed in the 60’s and 70’s by Paul Lorenzen and his scholars. The Erlangen School of epistemological constructivism is here considered because it doesn’t assume the standard opposition between syntax and semantics, the conceptual cornerstone of Carnap’s and Tarski’s analysis of scientific theories. Lorenzen’s approach emphasizes the instrumental and operational elements of the scientific practice; at the same time, he advocates a conception of language in which pragmatics plays a prominent role, encompassing the syntactical and the semantic dimension

Empirismo e semantica: da Rudolf Carnap all’episteologia contemporanea La ricerca condotta intende ricostruire un percorso storico-filosofico e concettuale che, a partire dall’empirismo neopositivista del Circolo di Vienna, giunge fino ad alcune posizioni largamente condivise dalla filosofia della scienza contemporanea in merito alla formalizzazione, alla struttura logica delle teorie scientifiche e al problema del significato. La parte preponderante del lavoro si è concentrata sull’analisi di due testi di Rudolf Carnap, Der logische Aufbau der Welt (1928) e Logische Syntax der Sprache (1934), in cui vengono esposte e applicate in modo rigoroso due strategie teoriche che costituiscono forse gli assi portanti dell’epistemologia novecentesca di ambito analitico: la determinazione del rapporto tra concetti scientifici e dato empirico e l’analisi delle relazioni inferenziali tra gli enunciati di una teoria. Il primo capitolo, analizzando l’opera carnapiana del 1928, ne identifica da un lato l’aspetto più innovativo nell’impiego dell’apparato logico dei Principia Mathematica di Russell e Whitehead per la costruzione di un linguaggio artificiale in cui tradurre gli enunciati delle singole scienze; dall’altro lato, ricostruisce la filiazione della nozione di esperienza utilizzata da Carnap rispetto alla psicologia sperimentale, alla tradizione empirista inglese e austriaca e alla fenomenologia husserliana. Il verificazionismo dell’Aufbau viene ricollegato all’orizzonte concettuale dell’Erkenntnistheorie neokantiana, soprattutto a proposito dell’enfasi posta sul problema del passaggio dalla dimensione solipsistica e privata del vissuto esperienziale all’intersoggettività propria della scienza. Il secondo capitolo tratta gli sviluppi del pensiero di Carnap negli anni Trenta: il legame con la gnoseologia ottocentesca si indebolisce a vantaggio di un approfondimento di questioni tecniche di logica matematica. Dalle precedenti riflessioni filosofiche sul concetto di esperienza si passa al dibattito sulla forma logica degli enunciati protocollari, oggetto di disputa tra Carnap, Schlick, Neurath e Popper, di cui si cerca di dare un quadro complessivo. Il capitolo procede quindi ad analizzare le definizioni di conseguenza logica e di analiticità proposte in Logische Syntax der Sprache, argomento che consente di instaurare un confronto con il contemporaneo emergere della semantica tarskiana, cui Carnap aderirà negli anni successivi. Infine, vengono presentati alcuni recenti esempi di utilizzo della semantica nel campo della filosofia della scienza. Nel terzo capitolo viene invece esposto l’approccio ai problemi dell’epistemologia e della formalizzazione sviluppato negli anni Sessanta e Settanta da Paul Lorenzen. La proposta di questo autore viene considerata rilevante in quanto ristruttura la consueta opposizione tra sintassi e semantica che Tarski e Carnap hanno contribuito ad affermare. L’impostazione di Lorenzen, mettendo l’accento sugli aspetti tecnico-operativi della pratica scientifica, elabora una concezione del linguaggio in cui la dimensione pragmatica svolge il ruolo dominante. In tal modo, questioni epistemologiche come quelle dell’analiticità o della base empirica, affrontate da Carnap attraverso concetti sintattici o semantici, vengono risolte in modo originale

Empirismo e semantica: da Rudolf Carnap all'epistemologia contemporanea / Del Din, Guido. - (2013 Jan 20).

Empirismo e semantica: da Rudolf Carnap all'epistemologia contemporanea

Del Din, Guido
2013

Abstract

Empirismo e semantica: da Rudolf Carnap all’episteologia contemporanea La ricerca condotta intende ricostruire un percorso storico-filosofico e concettuale che, a partire dall’empirismo neopositivista del Circolo di Vienna, giunge fino ad alcune posizioni largamente condivise dalla filosofia della scienza contemporanea in merito alla formalizzazione, alla struttura logica delle teorie scientifiche e al problema del significato. La parte preponderante del lavoro si è concentrata sull’analisi di due testi di Rudolf Carnap, Der logische Aufbau der Welt (1928) e Logische Syntax der Sprache (1934), in cui vengono esposte e applicate in modo rigoroso due strategie teoriche che costituiscono forse gli assi portanti dell’epistemologia novecentesca di ambito analitico: la determinazione del rapporto tra concetti scientifici e dato empirico e l’analisi delle relazioni inferenziali tra gli enunciati di una teoria. Il primo capitolo, analizzando l’opera carnapiana del 1928, ne identifica da un lato l’aspetto più innovativo nell’impiego dell’apparato logico dei Principia Mathematica di Russell e Whitehead per la costruzione di un linguaggio artificiale in cui tradurre gli enunciati delle singole scienze; dall’altro lato, ricostruisce la filiazione della nozione di esperienza utilizzata da Carnap rispetto alla psicologia sperimentale, alla tradizione empirista inglese e austriaca e alla fenomenologia husserliana. Il verificazionismo dell’Aufbau viene ricollegato all’orizzonte concettuale dell’Erkenntnistheorie neokantiana, soprattutto a proposito dell’enfasi posta sul problema del passaggio dalla dimensione solipsistica e privata del vissuto esperienziale all’intersoggettività propria della scienza. Il secondo capitolo tratta gli sviluppi del pensiero di Carnap negli anni Trenta: il legame con la gnoseologia ottocentesca si indebolisce a vantaggio di un approfondimento di questioni tecniche di logica matematica. Dalle precedenti riflessioni filosofiche sul concetto di esperienza si passa al dibattito sulla forma logica degli enunciati protocollari, oggetto di disputa tra Carnap, Schlick, Neurath e Popper, di cui si cerca di dare un quadro complessivo. Il capitolo procede quindi ad analizzare le definizioni di conseguenza logica e di analiticità proposte in Logische Syntax der Sprache, argomento che consente di instaurare un confronto con il contemporaneo emergere della semantica tarskiana, cui Carnap aderirà negli anni successivi. Infine, vengono presentati alcuni recenti esempi di utilizzo della semantica nel campo della filosofia della scienza. Nel terzo capitolo viene invece esposto l’approccio ai problemi dell’epistemologia e della formalizzazione sviluppato negli anni Sessanta e Settanta da Paul Lorenzen. La proposta di questo autore viene considerata rilevante in quanto ristruttura la consueta opposizione tra sintassi e semantica che Tarski e Carnap hanno contribuito ad affermare. L’impostazione di Lorenzen, mettendo l’accento sugli aspetti tecnico-operativi della pratica scientifica, elabora una concezione del linguaggio in cui la dimensione pragmatica svolge il ruolo dominante. In tal modo, questioni epistemologiche come quelle dell’analiticità o della base empirica, affrontate da Carnap attraverso concetti sintattici o semantici, vengono risolte in modo originale
20-gen-2013
Empiricism and Semantics: From Rudolf Carnap to Contemporary Epistemology In recent years analytic philosophy has developed a deeper interest in the historiographical reconstruction of its roots. This interest is testified by many publications, which have appeared since the 90’s, about the life and thought of classical authors of analytic tradition, like Frege, Russell, Wittgenstein, Carnap and Tarski. In my doctoral thesis I take up this line, focusing on two famous works of Rudolf Carnap: Der logische Aufbau der Welt, published in 1928, and Logische Syntax der Sprache, published in 1934. The main reference points of my historical and philosophical research are Jorge Alberto Coffa and Michael Friedman: I try to imitate their style of combining the analysis of technical aspects of logic and philosophy of language with broader considerations about conceptual trends and theoretical contexts. In the first chapter I present Carnap’s attempt in 1928 to build a symbolic system that formalizes scientific concepts. With this technique of formalization Carnap aims for the reduction of science to subjective experiences. The Aufbau can be seen as a programmatic manifesto of a verificationist theory of meaning, belonging to the empiricist tradition – as Quine indicated in his famous critic. Nevertheless, in the book there are strong influences of the Neokantian school, which link Carnap’s thought to 19th century transcendental philosophy. In the chapter, I highlight the points of the Aufbau in which a “transcendental scheme” can be identified; particularly, the concept of structure, that plays an important role in Carnap’s arguments, shows a kinship with the Kantian tradition. In addition, I emphasize the problematic status of solipsism in the carnapian system. The second chapter begins with a summary of the Protocol Sentence Debate among the members of the Vienna Circle in the early 30’s. Discussing the function of protocol sentences in the epistemology of logical empiricism, one has to deal with the task of explaining the syntactical relation that the authors had in mind, when they were disputing the foundation of theoretical sentences through the protocols. With regard to this subject, I start to analyze Logische Syntax der Sprache, whose main goal is to define the concept of consequence, a syntactical/semantic relation broader than that determined by the usual rules of derivation in axiomatic systems. Coping with this problem, Carnap develops some technical devices that are pretty close to Tarski’s definition of truth. The chapter finishes with a brief survey of the significance of tarskian semantics for contemporary philosophy of science. The third chapter consists of the synthetic exposition of an original approach to the problems of formalization and semantics, developed in the 60’s and 70’s by Paul Lorenzen and his scholars. The Erlangen School of epistemological constructivism is here considered because it doesn’t assume the standard opposition between syntax and semantics, the conceptual cornerstone of Carnap’s and Tarski’s analysis of scientific theories. Lorenzen’s approach emphasizes the instrumental and operational elements of the scientific practice; at the same time, he advocates a conception of language in which pragmatics plays a prominent role, encompassing the syntactical and the semantic dimension
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