Materialismo storico e antropologia marxista
Premesse per una teoria della singolarità in Sartre
DOI:
https://doi.org/10.13130/2239-5474/12364Parole chiave:
Singolarità, marxismo, «realtà umana», antropologiaAbstract
Dopo aver affermato che non è più possibile ridurre il pensiero sartriano a degli schemi ermeneutici semplificatori, il saggio individua il tema della singolarità quale filo rosso che percorre quegli scritti nei quali Sartre dichiara di voler definire l’ambito e il metodo di un’antropologia marxista. Sono gli scritti che hanno come fulcro la Critica della ragione dialettica, in particolare il testo che ne diventerà l’Introduzione, cioè le Questioni di metodo, dove Sartre chiarisce quale funzione può giocare l’esistenzialismo nel conferire al marxismo un rigore metodologico che gli permetta di costituirsi come un rigoroso materialismo storico. Il cuore dell’ontologia di L’essere e il nulla è rappresentato dalla nozione di «realtà umana», la versione «antropologizzata» del Dasein heideggeriano. Ispirandosi a Heidegger, ma mutandone l’orientamento di pensiero, Sartre attribuisce alla «realtà umana» il tratto del bisogno come mancanza organica. Così, gli schemi marxisti di intelligibilità dei processi storici e materiali sono rivisitati alla luce della natura contingente e finita della «realtà umana». È ciò che spinge Sartre a una revisione della dialettica, con lo scopo di aprirla alla comprensione della singolarità di ciascun uomo e a un sapere storico che possa finalmente ambire alla concretezza.
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