Abstract
Il saggio ripercorre la formazione del pensiero di Hölderlin a cominciare dal suo punto di partenza, la dottrina kantiana del primato della ragion pratica e la dottrina della libertà. Il trapasso dal dualismo kantiano ad un pensiero estetico della mediazione avverrà attraverso la ricezione della critica schilleriana all’imperativo categorico, così come dell’idea fichtiana della «determinazione reciproca». Il nuovo punto di vista di Hölderlin maturerà durante il periodo jenese, inizialmente come ricerca di una mediazione tra Kant, Jacobi, Spinoza, Fichte e Reinhold. Esso troverà una traduzione sul piano della teoria estetica nella prefazione alla penultima versione dell’Iperione, scritta nei primi mesi del 1795. Questa prefazione è significativa, soprattutto perché rappresenta la prima formulazione compiuta della filosofia dell’unificazione, che afferma l’analogia di teoria e prassi, in quanto forme della riflessione, che dovrebbero venire elevate da un terzo principio, la bellezza