Riconoscimento reciproco e precondizioni della vita buona
Abstract
L’idea guida di questo saggio è la combinazione dell’antica idea che le buone società sono quelle che consentono e promuovono la vita buona, la prosperità o il benessere dei cittadini, con l’idea moderna che i cittadini devono essere considerati individui autonomi. Le teorie del riconoscimento (recognition), a partire da Fichte e Hegel in poi, forniscono una promettente cornice teoretica per provare a considerare le persone come individui e, nel contempo, come membri dell’insieme sociale. Queste pagine cercano di delineare il modo in cui il riconoscimento interpersonale e istituzionale si presenta come una costituente e una precondizione nella vita dei moderni individui autonomi.
Nella prima parte di questo saggio mi chiedo cosa sia il riconoscimento, specialmente nella sua forma interpersonale e istituzionale, continuando così il lavoro di analisi su questo concetto condotto insieme a Heikki Ikäheimo. Questo dibattito è ispirato in particolar modo dalle teorie del riconoscimento di Hegel, Axel Honneth, Charles Taylor e Nancy Fraser.
Nella seconda parte provo a caratterizzare i contorni della vita buona, in particolare la vita buona di individui autonomi, e mi domando quali siano le precondizioni di cui essa necessita. Distinguerò cinque tipi di precondizioni: psicologica, materiale, culturale, intersoggettiva e istituzionale. La questione da esaminare è quale sia il ruolo del riconoscimento, così come viene definito nella prima parte, fra le suddette precondizioni. Inoltre, mi chiederò anche se il riconoscimento non sia soltanto un prerequisito, ma piuttosto un costituente o un ingrediente della vita buona. Alcuni dei miei commenti riguarderanno la differenza fra riconoscimento e redistribuzione nel dibattito fra la Fraser e Honneth.