Abstract
Si tratta di una raccolta di saggi scritti tra il '65 e il '69 e pubblicati una prima volta nel 1971. Rivisti e parzialmente aggiornati vengono riproposti con la vecchia introduzione nella quale l'autore polemizza con le critiche della ragione scientifica che caratterizzarono alcuni aspetti della cultura del '68. Il primo saggio è dedicato al declino della astrologia all'inizio dell'età moderna; sottolineando il divario tra la concezione magica che caratterizza la visione astrologica del mondo e le posizione di quella che sarebbe diventata la scienza, Paolo Rossi rivaluta gli scritti contro l'astrologia di Pico della Mirandola. Dopo un breve scritto su Leonardo, l'autore analizza i rapporti tra pensiero baconiano e cristianesimo. Segue un saggio che riesamina alcuni problemi di interpretazione delle lettere di Galileo a Piero Dini e a Cristina di Lorena. Nei capitoli successivi vengono affrontate varie questioni quali, il passaggio dalla concezione aristotelica a quella moderna, il peso di alcune ipotesi astronomiche e in particolare la crisi dell'antropocentrismo. Gli ultimi due capitoli dedicati a dispute di linguistica e di geologia sono particolarmente interessanti; infatti queste due discipline occupano una posizione anomala nella cultura del seicento. Se a quel tempo esistevano matematici, astronomi, medici, non si può certo parlare di linguisti o geologi propriamente detti, questo fatto rende particolarmente difficile e interessante ricostruire lo sviluppo di concetti appartenenti a branche della scienza che non erano ancora consce della loro autonomia.