Violenza ragionevole? Un argomento che non tiene Reasonable Violence? An invalid argument
Abstract
Questo articolo affronta uno dei più diffusi argomenti usati contro chi si rifiuta alla violenza, l’argomento secondo cui la violenza si giustifica in difesa di un terzo innocente. La mia confutazione, basata su una scomposizione del caso in questione, presenta vari argomenti. Si sofferma sul senso che ha la difesa di un innocente a danno di un colpevole. Mostra, poi, che l’efficacia di questo caso limite passa per una forma di costrizione estrema: la minaccia di morte. Ma una coercizione così potente basta a giustificare non solo l’autodifesa violenta, ma qualunque altro atto. Il suo potere euristico è quindi quello di una tautologia: da cui tutto consegue. Esso tratta inoltre la violenza e la non violenza da contrari e non da diversi, quali sono. Si permette dunque un’inferenza erronea, in quanto, confutato l’uno, crede di poter porre l’altro.This article argues against the argument that justifies violence when it is used to protect of a third, innocent party. My confutation presents various counter-arguments. It shows that the effectiveness of this extreme case is based on an extreme coercion: the threat of death. But such a coercion has the same heuristic power of a tautology, from which anything follows: correct and incorrect conclusions. Moreover, the argument treats violence and non-violence as contrary categories, and not as different ones. It allows an erroneous inference, inasmuch as it assumes that from the confutation of the one, the other follows