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LA PREDESTINAZIONE ASSOLUTA DEL CRISTO NELLA TEOLOGÍA COPTA Per evitare la sproporzione che il titolo, da solo, potrebbe far sorgere tra una grande attesa e la modesta dimostrazione, si richiede una dichiarazione prebminare. E la dichiarazione è la seguente: Non tutti i teologi copti hanno avuto coscienza délia predestinazione assoluta del Cristo, e coloro che vi si sono dedicati non costituiscono la maggioranza. Tuttavia i teologi che, per numero e non per nome, costituiscono la minoranza hanno questo di singulare : hanno affrontato la questione con termini inequivocabili incentrandola in un decreto assoluto di Dio, lógicamente anteriore al decreto ordinate aU'essistenza di ogni altra creatura, e punto condizionato al peccato originale. Inoltre, sotto l'aspetto cronológico, hanno trattato dell'argomento in modo espbcito e formale non posteriormente alie scuole teologiche occidentali. Circa l'anno 1300 Shams Al-Ri'âsah Abû'l Barakât Ibn Kabar, nella sua opera enciclopédica: Libro délia lampada délie ténèbre e dell'esposizione degli uffici (ecclesiastici),1 parla di due scuole già costituite, non si sa quando, e tra loro polemizzanti : una in favore del primate assoluto del Cristo, e l'altra per la tesi sotereologica. EgIi non prende posizione. Ma dell'una e dell'altra scuola riferisce gli argomenti con oggettività. Ecco come : "Sulle cause dell'unione (ipostatica) e sui suoi motivi. GIi uomini dotti hanno proposto diverse cause in mérito all'unione (ipostatica). Esse si raggruppano in due classi. La prima è in ordine al Creatore, e si suddivide in due parti. La seconda è in ordine a noi. In ordine al Creatore. Ecco il primo argomento : se la ragione per cui ci ha creati è la sua generosità, la ragione per cui si è unito alla nostra natura deve essere la pienezza délia sua generosità. Il Creatore, che sia glorificato, è il più eccelente tra coloro che si addimostrano generosi. Il più eccellente di coloro che si addimostrano generosi è colui che si addimostra generoso nelle cose più eccellenti, di quante ne esistono. 1 Abû'l Barakât, i··*^' t^~*>)j **UiN r^~** kfed. Villecourt E., (i primi due libri) Parigi 1928, PO. 20. — Ed. dei copti ortodossi(i primi cinque libri) Shammâs Aîûb Al-Shaîkh, in collaborazione con Antûn Mîkhâ'îl e Shammàs IbrûhîmMansûr, Cairo 1950. igoLa Predestinazione Assulata Tra le cose che esistono la più eccellente è la sua essenza, gloria a Lui. Ora la sua generosità Io uni a noi proprio per la sua essenza. Questa dunque fu la causa délia sua unione con noi. Il secondo argomento dimostra che la sua unione con noi è possibile, poichè l'ostacolo alla possibilità è l'opposizione, e il Creatore, gloria sia a Lui, non è il nemico délia sua creatura. Infatti il nemico non crea il proprio nemico, anz ilo annienta. EgIi invece ha detto nel Torah di aver create l'uomo a propria somiglianza,2 e la somiglianza è vicina all'unione. E atteso che la sua unione con noi era possibile, essa divenne per noi la pienezza délia grandezza, e per lui la pienezza délia generosità. Per altro, niente poteva impedirlo, fuorchè l'impotenza o l'avarizia. Ma queste sono qualità che denotano imperfezione, e il Creatore, che sia grande e potente, è immune d'imperfezione, per cui questa non va riferita a Lui. Perció era necessario che egli si unisse a noi".3 I due argomenti, l'uno positivo fondato sulle perfezioni del Creatore, l'altro negativo scaturiente daU'eliminazione dell'imperfezione in Dio, già fanno supporre una scuola. Il modo di esporre conferma. Colla stessa oggettività, colla quale Abû'l Barakât ha riferito gli argomenti favorevoli al primate, riferisce anche quelli favorevoli alla tesi redenzionistica: "In ordine a noi. Dato che noi eravamo incapaci di conseguiré la perfezione umana a noi possibile, e dato che i profeti, che erano stati inviati, furono incapaci di condurre il minimo numero di uomini all'inizio di taie perfezione, Dio si è fatto uomo, Lui si è unito alla nostra natura, Lui si è unito a noi. Lui è apparso tra noi incarnato, e Lui ha condotta noi sulla via délia perfezione con parole e con azioni".4 Sono sempre "gli uomini...

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