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  • Libellus ad Leonem X:Note in Margine All’Edizione e Alla Storiografia Le Edizioni del Testo
  • Umberto Mazzone (bio)

La conoscenza che abbiamo del testo del Libellus ad Leonem X, noto anche come De Officio Pontificis ad Leonem X, redatto dai camaldolesi veneziani Tommaso (Paolo) Giustiniani (1476-1528) e Vincenzo (Pietro) Querini (1479-1514), ruota intorno al codice che “extabat MS in Bibliotheca Monasterii S. Mariae Carcerum, nunc in Bibliotheca S. Michaelis Muriani”1 identificabile con il manoscritto Muraniano 1071, oggi conservato presso la Biblioteca del Monastero di Camaldoli.2 Si tratta del codice che è stato utilizzato, secondo quanto dichiarato dallo stesso Mittarelli,3 dai camaldolesi Giovanni Benedetto Mittarelli (+1777) e Anselmo Costadoni (+1785)4 [End Page 19] per la loro edizione negli Annales Camaldulenses.5 Vi è una notazione, nel testo degli Annales, che può indurre in errore,6 quando vi si parla di un ms. 1110 di Murano come base dell’edizione. In realtà si tratta di un’indicazione scorretta, rettificata sei anni dopo, nel 1779, da Giovanni Benedetto Mittarelli nella Bibliotheca codicum manuscriptorum monasterii Sancti Michaelis Venetiarum,7 che indica esplicitamente per ben due volte il ms. 1071 come quello utilizzato per l’edizione. In ogni modo l’attuale ms. 1110 di Murano, ma nulla lascia intendere che nel tempo abbia cambiato segnatura, ha un contenuto non assimilabile in alcuna sua parte al Libellus.8 Viene tramandata nei cataloghi di Agostino Fiori del 17249 e di Magnoald Ziegelbaur del [End Page 20] 175010 l’esistenza di una edizione stampata del De officio pontificis precedente a quella di Mittarelli e Costadoni. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un errore che “attraverso Avogadro-Fiori, risale a Luca di Spagna,”11 le cui origini sono esaurientemente ricostruite da Eugenio Massa.

Il testo usato per la stampa degli Annales Camaldulenses è quindi il codice di San Michele di Murano 1071 e non vi è alcuna edizione nota precedente quella del 1773.12 Il codice Muraniano 107113 contiene il Libellus alle carte 1r.-68v. Si tratta di una copia tarda, databile con approssimazione al secolo XVIII, così come settecentesca è la legatura, che unisce sei elementi diversi di origine compresa tra il XVI e il XVIII secolo.14 Non sono note, a tutt’oggi, una versione manoscritta originale o altre più vicine all’originale.15

Il manoscritto Muraniano 1071 ha subito tutte le varie e complesse vicissitudini della Biblioteca del monastero camaldolese di San Michele di Murano in Venezia. Alla soppressione definitiva, nel 1810, del monastero di San Michele di Murano seguì la dispersione della sua ricchissima biblioteca. Una parte dei codici fu trasportata a San Gregorio al Celio in Roma da Placido Zurla (in seguito cardinale) nel 1821, in occasione del suo trasferimento nel monastero romano. Tra questi vi era il nostro manoscritto. Al salvataggio contribuì anche Mauro Cappellari, il futuro Gregorio XVI. Il monastero romano di San Gregorio al Celio, affidato ai Camaldolesi da papa Gregorio XIII nel 1573, fu a sua volta soppresso dal Governo italiano nel 1874. Una parte del patrimonio documentale fu destinata alla Biblioteca [End Page 21] Nazionale Centrale di Roma, dove si conserva oggi il fondo San Gregorio. I monaci riuscirono tuttavia a sottrarre alla requisizione gran parte dei beni librari e archivistici. Un’ulteriore piccolo gruppo di documenti di San Gregorio fu infine venduto, negli anni ’30 del Novecento, alla Biblioteca Vaticana. Il manoscritto Muraniano 1071 rimase, durante tutte queste traversie, sempre a San Gregorio al Celio, dove venne visto da Paul Oskar Kristeller nel 1958 e nel 1966.16 Dopo queste ricognizioni, da un certo momento in poi, – probabilmente in occasione del trasferimento dei fondi da San Gregorio al Celio in Roma a Camaldoli tra il 1971 e il 1972 – il manoscritto divenne di non facile reperibilità, tanto che lo stesso Kristeller lo registrò come “missing” a partire dal 1972.17 Tuttavia, dopo la segnalazione di smarrimento di Kristeller, il manoscritto ha ritrovato la sua collocazione insieme agli altri manoscritti di san Gregorio al Celio a Camaldoli. Il fondo S. Michele di Murano è passato inizialmente alla Biblioteca dell’Eremo e poi a quella del Monastero. Al termine di questo lungo percorso oggi il ms. Muraniano 1071 si trova conservato presso la...

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