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Fuori dalla persona. L'impersonale in Bergson, Merleau-Ponty, Deleuze

  • Autores: Enrica Lisciani Petrini
  • Localización: Daimon: revista internacional de filosofía, ISSN-e 1989-4651, ISSN 1130-0507, Nº 55, 2012, págs. 73-88
  • Idioma: italiano
  • Enlaces
  • Resumen
    • English

      This essay starts from a historico-critical analysis of the notion of �person� as a performing device of secular cultural concepts, among which that of �subject�, understood as �union of heart and soul�, that directly derives from it. However, this �union� is achieved on the basis of a process of removal or internal exclusion of the truly corporeo-material part, which is �linked� to the soul, namely the consciousness, only because it is dependent from it. The personalism (of Maritain and Mounier) on the one hand, and the husserlian phenomenology on the other (represented above all by Edith Stein) represent the last formulations of a long lasting theoretical process.

      This categorial apparatus, tipically modern, has been object of a radical �deconstruction� for more than a century. The authors considered here � Bergson, Merleau-Ponty and Deleuze � allow to bend this deconstructionist turn towards a retrieval of the �impersonal� layer from which the subject itself comes, so as to reunite it to the part of itself removed or excluded.

    • italiano

      Il saggio parte da un�analisi storico-critica della nozione di «persona», quale dispositivo performativo di secolari concetti culturali. Tra i quali quello di «soggetto», che ne deriva direttamente, inteso quale «unione di anima e di corpo». Dove però tale «unione» è realizzata sulla base di un processo di rimozione o esclusione interna della parte propriamente corporeo-materiale, che intanto è «unita» all�anima, ovvero alla coscienza, solo in quanto assoggettata a quest�ultima. Il personalismo (di Maritain e Mounier) per un verso e la fenomenologia husserliana per un altro (in particolare nella figura di Edith Stein) rappresentano le ultime formulazioni di un processo teorico di così lungo corso.

      Questo apparato categoriale, tipicamente moderno, è oggetto, da più di un secolo, di una radicale «decostruzione». Gli autori presi in considerazione � Bergson, Merleau-Ponty e Deleuze � consentono di curvare questa piega decostruttiva nella direzione di un recupero della falda «impersonale» da cui il soggetto stesso proviene, in modo da riunirlo alla parte di sé rimossa o esclusa.


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