Individualismo senza libertà. Un approccio pragmatico al dominio [Individualism Without Freedom. A Pragmatic Approach to Dominance]
Abstract
La questione delle istituzioni viene affrontata accogliendo gli apporti della sociologia pragmatica e delle sue analisi dell’azione in situazione, ma anche riprendendo il tema del dominio. Le istituzioni vengono concepite come le condizioni necessarie per stabilire un accordo tra soggetti dotati di punti di vista situati e inevitabilmente divergenti. Ma le stesse regole mediante cui le istituzioni assicurano la possibilità dell’accordo, sono al contempo fonti di frammentazione, cioè di dominio: le istituzioni legittimano criteri e norme che ‘ordinano’ attraverso l’isolamento e la separazione degli individui. I quali possono rispondere in maniera efficace solo collettivamente, organizzandosi in ‘classi’ e sfidando l’ordine costituito mediante specifiche ‘prove’ critiche. Da questa concezione del dominio segue che non esiste una vera e propria ‘classe’ dominante, poiché i ‘dominanti’ sono coloro che non hanno necessità di strutturarsi in classe e sono uniti soltanto da legami di riconoscimento taciti.The discussion about institutions is carried out with the help of pragmatic sociology, focusing in particular on the analysis of situation, action and the topic of dominance. Institutions are regarded as necessary conditions to reach an agreement between subjects with different and conflicting points of view. But the rules used by the institutions to reach the agreement are at the same time a source of fragmentation and dominance. Institutions allow ‘commanding’ norms and criteria which favour the isolation and separation of individuals. These individuals can react effectively only in a collective way, organizing themselves in ‘classes’ and defying the status quo through specific forms of criticism. This conception of dominance shows that there is no such thing as a dominant class, since dominants don’t need to build a class because they are already tied by a tacit acknowledgment