I Percorsi Dell'emancipazionismo: la costruzione della cittadina nell'opera di Mary Wollstonecraft e Olympe De Gouges
Abstract
E’ sul finire del diciottesimo secolo, in un’Europa costretta a prendere posizione rispetto alla cesura del 1789, che fanno la loro comparsa le due opere a cui si fa risalire la nascita di un pensiero proto-femminista di emancipazionismo come strategia politica scientemente perseguita: si tratta della 'Declaration des droits de la femme et de la citoyenne' firmata nel 1791 dalla sfortunata Olympe de Gouges e della 'Vindication of the Right of Women: with Structures on Political and Moral Subjects' data alle stampe da Mary Wollstonecraft nel 1792. Nello stesso anno, la Costituzione di Settembre definisce «in modo identico per uomini e donne l’accesso alla maggiore età civile», ma si tratta di un’affermazione paradossale, poiché le “cittadine”, a dispetto di tale denominazione, sono di fatto escluse dall’esercizio dei diritti civili e politici. Un paradosso e una contraddizione bruciante avvertita come una sperequazione dalle antiche compagne di lotta dei cittadini ora riuniti in un’Assemblea, che le rappresenta in absentia. Di un malcontento diffuso fra le donne, nuovamente ridotte a spettatrici delle altrui deliberazioni, sono espressione le iniziative di personaggi come Pauline Léon - che si fa portavoce delle trecento firmatarie di una petizione in cui si reclama il diritto naturale delle donne ad organizzarsi in Guardia Nazionale - e l’attività di un club femminile, Société Patriotique et de Bienfaisance des amies de la verité, fondato da Etta Palm d’Aelders, che, fra le altre sue iniziative, patrocina una scuola elementare destinate alle bambine e si batte per l’introduzione del divorzio. Se tali provvedimenti si potrebbero interpretare come un segno forte da parte della Convenzione, l’illusione che vi sia un’unanimità attorno ad un modello di cittadinanza inclusiva per le donne viene presto spezzata dall’imperversare della violenza; le rivendicazioni portate dai gruppi femminili sono delegittimate da un susseguirsi di scelte che colpiscono le esponenti di spicco dei gruppi femminili e dei salons emancipazionisti: la condanna della “Ninfa Egeria” Manon Roland e di Olympe De Gouges mostrano chiaramente come l’ispirazione liberale e libertaria della Rivoluzione abbia lasciato il passo all’insurrezionalismo sanguinario del Terrore