Abstract
Questo articolo presenta un quadro dei problemi che il frammento B85DK di Eraclito solleva e delle interpretazioni antiche e moderne che sono state suggerite. In particolare, è esaminata la testimonianza di Aristotele, la più antica e anche la più profonda e articolata. Una panoramica sui significati di thumos, punto centrale del frammento, mostra che per Aristotele questo concetto non si esaurisce nel pathos dell’ira. Il thumos è in primo luogo una dunamis, una facoltà dell’anima che rende possibile non solo il pathos, l’affezione passeggera dell’ira, ma anche il coraggio, l’impulsività, l’affetto, il senso della libertà e dell’autorità. Questa nozione aristotelica, così ricca e polimorfica da sottrarsi a una traduzione unica esaustiva, proviene in realtà dalla sistematizzazione di un materiale molto antico, omerico e presocratico, legato ai proverbi. Eraclito stesso ne offre già una formulazione che sintetizza due aspetti che Aristotele accoglie e sottolinea: la forza irresistibile e inarrestabile dello slancio impulsivo naturale, una volta che sia stato innescato, e l'estrema conseguenza a cui puo' portare, e cioè la perdita della vita stessa.