Abstract
Nel 1545, dalla tipografia di Damiano de Turlini a Brescia, usciva un volume contenente due operette: la prima intitolata _Un brieve trattato dell’eccellentia delle donne_ composta dal filosofo lombardo Vincenzo Maggi; la seconda, anonima, con il titolo: _Una brieve essortatione a gli huomini_. Vincenzo Maggi, con un trattato –come lui stesso dichiara– breve e semplice, confuta il disprezzo verso il genere femminile imperante nella sua epoca, spinto dalla necessità di ritrovare la verità. Il tutto senza screditare né le tesi avverse né i maschi; anzi, con l’intenzione di convincere costoro ad apprezzare ancor di più le donne e riconoscerne i superiori meriti. L’autore anonimo, invece, pretende smentire le affermazioni del filosofo lombardo esortando gli uomini all’azione, e si dichiara intimorito dall’idea che le donne possano prendere il sopravvento. È nostra intenzione analizzare le due opere presentandone le argomentazioni e i modi in cui esse vengono esposte, nonché offrire una breve biografia di Vincenzo Maggi oltre ad affrontare l’argomento della paternità della seconda opera.