Abstract
Il presente contributo mira a dare una lettura fenomenologica della disputa sulla natura del tempo e sull’interpretazione della teoria della relatività che ha avuto luogo tra Bergson ed Einstein dopo la pubblicazione di Durata e simultaneità, il volume in cui Bergson condensa le sue critiche alla concezione di Einstein. La tesi di Bergson può essere radicalizzata in senso fenomenologico, suggerendo un nuovo legame tra la dimensione qualitativa e quella quantitativa della temporalità, al di là di un’interpretazione psicologica. Il nucleo contro-intuitivo della teoria della relatività di Einstein emerge come problema fenomenologico: è una teoria scientifica “rigorosa” che comunque entra in conflitto con il principio dell’intuizione che, secondo Husserl, è il solo garante di una fondazione rigorosa delle scienze. Bergson fu il primo a dare un’interpretazione filosofica di questo problema che può essere chiarito solo con il metodo fenomenologico, il quale ci permette anche una nuova delucidazione, non conflittuale, del rapporto tra filosofia e fisica.