Essere, interpretare, giudicare. Danto e il problema dell’opera d’arte

Rivista di Estetica 38:133-141 (2008)
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Abstract

Ogni volta che leggo uno scritto di Danto resto colpito dalla cultura, dai piaceri dell’intelligenza e dai sentimenti che vi circolano. Ogni volta imparo qualcosa di vitale, nel senso di qualcosa che fa venire in mente altre idee. Danto è incapace di annoiare. Ha una mente pirotecnica e avventurosa, e una scrittura inconfondibile. Forse, proprio per questo tradurre il suo libro, The Transfiguration of the Commonplace, non è stato facile: si è trattato, sì, di tradurre un libro di filosofia, a...

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Stefano Velotti
Università degli Studi di Roma La Sapienza

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