Abstract
Il recente risveglio dell’interesse per l’opera di Hegel da parte di autori quali Robert Brandom e John Mc Dowell negli Stati uniti d’America come pure da parte di Pirmin Stekeler-Weithofer in Germania ha collocato la dialettica all’interno di una discussione di lunga data tra la tradizione analitica e quella continentale. Questo contributo mostra tanto il fatto che quanto il modo in cui la dialettica hegeliana possa fungere da ponte tra queste due tradizioni conflittuali. L’intento che anima il presente contributo, ad ogni modo, è quello di produrre un argomento, che risulti persuasivo nei confronti degli autori di entrambi gli schieramenti, secondo cui la dicitura “filosofia autentica” non è patrimonio esclusivo di nessuna delle due tradizioni. Piuttosto, considerata da un vertice dialettico, la filosofia è dialogo continuo e scambio critico tra le due tradizioni. Ciò che conta riguardo la tradizione analitica e di quella continentale, non è stabilire torti e ragioni in senso assoluto, ma che ciascuna sia partecipe di quel dialogo e scambio critico che costituisce la filosofia nella forma che oggi le appartiene.