Background: Post-traumatic stress disorder is a prevalent, debilitating, and costly psychiatric disorder. Evidenced-based psychotherapies, including Cognitive Processing Therapy, are effective in treating PTSD, although a fair proportion of individuals show limited benefit from such treatments. CPT requires cognitive demands such as encoding, recalling, and implementing new information, resulting in behavioral change that may improve PTSD symptoms. Individuals with PTSD show worse cognitive functioning than those without PTSD, particularly in acquisition of verbal memory. Therefore, memory dysfunction may limit treatment gains in (...) CPT in some individuals with PTSD. Methods and Analysis: Here, we present a protocol describing the Cognition and PsychoTherapy in PTSD study, a prospective, observational study examining how cognitive functioning affects treatment response in CPT for PTSD. The study aims to recruit 105 outpatient veterans with PTSD between the ages of 18 and 70 years. Prior to beginning 12 sessions of CPT, Veteran participants will have standardized assessments of mood and functioning and complete a comprehensive neurocognitive battery assessing episodic learning, attention and speed of processing, language ability, executive control, and emotional functioning. This study aims to fill gaps in the current literature by: examining the specificity of memory effects on treatment response; exploring how baseline cognitive functioning impacts functional outcomes; and examining potential mechanisms, such as memory for treatment content, that might explain the effects of baseline memory functioning on PTSD symptom trajectory. Discussion: If successful, this research could identify clinically relevant neurocognitive mechanisms that may impact PTSD psychotherapy and guide the development of individualized treatments for PTSD. (shrink)

Nel 1545, dalla tipografia di Damiano de Turlini a Brescia, usciva un volume contenente due operette: la prima intitolata _Un brieve trattato dell’eccellentia delle donne_ composta dal filosofo lombardo Vincenzo Maggi; la seconda, anonima, con il titolo: _Una brieve essortatione a gli huomini_. Vincenzo Maggi, con un trattato –come lui stesso dichiara– breve e semplice, confuta il disprezzo verso il genere femminile imperante nella sua epoca, spinto dalla necessità di ritrovare la verità. Il tutto senza screditare né le tesi (...) avverse né i maschi; anzi, con l’intenzione di convincere costoro ad apprezzare ancor di più le donne e riconoscerne i superiori meriti. L’autore anonimo, invece, pretende smentire le affermazioni del filosofo lombardo esortando gli uomini all’azione, e si dichiara intimorito dall’idea che le donne possano prendere il sopravvento. È nostra intenzione analizzare le due opere presentandone le argomentazioni e i modi in cui esse vengono esposte, nonché offrire una breve biografia di Vincenzo Maggi oltre ad affrontare l’argomento della paternità della seconda opera. (shrink)

In A Philosophy of Luxury Lambert Wiesing offre una trattazione originale del concetto di lusso in una prospettiva meramente estetica. Avendo escluso ogni relazione con concetti sociali, quali prestigio, ostentazione, status, Wiesing dichiara che per lusso si deve intendere un’esperienza estetica di tipo particolare. Poiché solo l’uomo indulge nel lusso, ciò che va analizzato è la relazione che intercorre tra un soggetto e un dato oggetto, prescindendo dalle qualità estetiche proprie di quest...

Con "Fede e critica", saggio inedito del 1955-1956, Guido Morselli volle innanzitutto spiegare a se stesso, ragionando con quella lucidità ben nota ai lettori dei suoi romanzi, un passaggio decisivo della sua vita, in cui si sentì ricondotto, dalla sua posizione di «uomo qualsiasi... senza alcuna particolarità pia o edificante» a quella di uomo religioso. Piuttosto che darci ancora una volta «il racconto, drammatico o più spesso patetico, di una conversione», illuminato perciò da un punto d’arrivo, Morselli ha voluto offrirci (...) la sua vicenda «nella successione degli aspetti che le cose hanno mostrato via via che si presentavano». Perciò, al sorprendente manifestarsi di una ‘fede’ si accompagna qui a ogni passo la lama affilata della ‘critica’, una dura critica che vuole continuamente mettere «con le spalle al muro» le giustificazioni teologiche – innanzitutto per quanto riguarda il rapporto fra Dio e il male – e insieme mettere alla prova quell’ignoto personaggio che, all’interno del soggetto, dichiara appunto di credere. Nulla di apologetico, conciliativo o acquietante si troverà dunque in questo libro, che rivela l’altra parte, saggistica e speculativa, del narratore Morselli, ma una mobilissima e pulsante «fisiologia della vita religiosa», in forma di resoconto scritto da uno spirito disincantato sulla scoperta del mistero. Tutti i più grandi temi ed enigmi della religione cristiana vengono toccati in questo percorso: dalla carità al "Libro di Giobbe", dall’esistenza del male alla preghiera, dalla Trinità al peccato originale. E su tutti questi punti il ‘dilettante’ Morselli parla con rigoroso acume ‘critico’, ma soprattutto con una straordinaria capacità di rendere concreto ciò che ciascuno di quei grandi temi veniva a rappresentare, come d’improvviso, nella sua esperienza personale. Così egli ci offre un saggio che è anche un prezioso frammento di autobiografia e vuole consapevolmente «confermare la sentenza di Nietzsche: essere la nostra filosofia nient’altro che il compendio delle nostre memorie». E anche delle memorie future: sicché non saremo meravigliati quando, alla fine di un capitolo, troveremo alcune parole che poi sarebbero comparse, in forma quasi uguale, nel romanzo Roma senza papa: «E in ogni caso, non dimentichiamolo: Dio non è teologo. Dio non è prete». (shrink)

L'immagine del "grembo materno della natura" da cui la ragione umana si deve emancipare per guadagnare la libertà è usata da Kant in uno scritto polemico contro Herder, Mutmasslicher Anfang der Menschengeschichte , che può essere considerato una risposta al libro decimo delle Ideen zur Philosophie der Geschichte der Menschheit, uscito nel 1785. Seguendo il racconto biblico, anche Kant pone la prima coppia umana in un "giardino", un luogo sicuro e ben fornito di alimenti; ma il vero inizio della storia (...) è fatto consistere nella rottura di questo equilibrio ad opera della ragione che gradualmente si è sottratta alla tutela della natura, imparando un po' alla volta a dominarla. Kant dichiara di condividere l'ideale rousseauiano di una cultura che non neghi la natura dell'uomo ma la promuova in quella che dovrà diventare la sua condizione fondamentale di esistenza, che è la libertà. Pone tuttavia questo ideale come termine finale del processo storico, non come condizione da recuperare nella sua purezza iniziale, ritornando alle origini, come invece appariva nella visione della storia proposta da Herder, che avrebbe su questo punto frainteso il pensiero di Rousseau. The image of the "womb of nature", from which human reason must emancipate itself in order to gain freedom, is used by Kant in a pamphlet against Herder. This was the Mutmasslicher Anfang der Menschengeschichte , which can be considered a response to the tenth book of Herder's Ideen zur Philosophie der Geschichte der Menschheit, published in 1785. Following the biblical account, Kant imagines the first two human beings in a "garden", a place safe and well-stocked with food; but the real beginning of history consists in the disruption of this balance produced by reason. Human reason gradually removes itself from the protection of nature, learning gradually to dominate nature. Kant shares Rousseau's idea of a culture that does not deny the nature of man, but promotes it in order to attain the fundamental condition of human existence, which is freedom. However, this ideal remains only as the final term of historical process, not as a condition to be regained in its original purity. The latter was the vision of history proposed by Herder, who on this point misunderstood the thought of Rousseau. (shrink)

Nella storia della metafisica è stato un grande problema come chiarire l’idea della coincidentia oppositorum (la coincidenza degli opposti) di Cusano, il quale è riconosciuto comunque da Cassirer come il primo epistemologo del pensiero moderno, in particolare come colui che ha saputo conquistare l’infinito alla mente umana. Dopo alcuni secoli, ha avuto una grande importanza una idea simile a quella di Cusano, la dialettica di Hegel, la quale aggiunge una negazione ad una prima frase negata per ottenere una sintesi in (...) termini generali. Ma poi queste idee sono state sempre meno seguite, eccetto che nel XX secolo da un filosofo non accademico, Lanza del Vasto che ha criticato Hegel e si è ricondotto a Cusano. Nello scritto esamino questa tematica mediante gli strumenti recentemente forniti dalla logica matematica, già verificati sugli scritti di altri scienziati; essi sono capaci di distinguere con precisione che cosa, negli scritti di uno studioso, è un passaggio logico formale e che cosa è una semplice illazione, derivata dalla conoscenza comune o dalla sua creatività; e se è un passaggio logico, decidere di che tipo di logica è. Per mezzo di questo metodo formale, i) presento alcune caratteristiche del ragionare di Cusano; ii) critico il metodo di Hegel; il risultato si accorda con la analisi critica di Hegel che Lanza del Vasto ha compiuto in maniera intuitva; iii) dimostro che la relazione tra Cusano e Lanza del Vasto è più forte di quanto dichiara quest’ultimo; iv) suggerisco una spiegazione della coincidentia oppositorum, chiarendo che la novità di ragionare in logica non classica è stata così innovativa che il tentativo di Cusano di precisarne il metodo è risultato in una scorciatoia, non errata ma valida solo in alcune situazioni; mentre è stato deviante il tentativo di Hegel; Lanza del Vasto, che ha portato un contributo al metodo di Cusano, si è comunque reso conto che occorreva arrivare a formalizzare un nuovo tipo di logica, che oggi risulta essere quella non classica. In definitiva, occorre attribuire a Cusano il merito di aver suggerito una nuova maniera di razionalità logica, quella capace di ragionare in logica non classica e di averne dato, sia pure in maniera imprecisa ed oscura, una prima formalizzazione. (shrink)

In lieu of an abstract, here is a brief excerpt of the content:Le prime quattro Collationes Parisienses sulle tracce di Giovanni Duns ScotoFrancesco Fiorentino (bio)Come si è visto altrove, l'attribuzione delle Collationes è abbastanza dubbia, propriamente parlando: questa opera non può essere ricondotta a Giovanni Duns Scoto in quanto autore secondo i concetti moderni di proprietà intellettuale e di responsabilità privata, che non risultano pertinenti ai processi materiali di produzione del libro tardo-medievale in quanto opera collettiva, fondata sulla co-autorialità distribuita (...) tra maestro in quanto ideatore e apprendista in quanto compilatore. Questa impossibilità consegue al genere letterario delle Collationes in quanto esercitazioni baccellierali o studentesche, sotto la supervisione di un magister studentium.1 I contemporanei a Scoto non rispettavano i criteri filologici del Terzo Millennio al punto da includere, nel corpus scotiano, il primo libro del commento sentenziario di Enrico di Harclay secondo la redazione del ms. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. lat. 13687.2Tuttavia, la considerazione di questi fattori materiali non svaluta né le Collationes che attestano l'esistenza di un ambiente culturale, prossimo a Scoto, né lo stesso Scoto che ha probabilmente partecipato alle Collationes come moderatore o come interlocutore.3 Questa particolare natura delle Collationes ne condiziona l'attribuzione che non può essere associata con la ricerca dell'autore in senso stretto, ma con la considerazione di un plesso di opinioni concorrenti e risalenti all'insegnamento [End Page 115] di Scoto, non sempre in prima scena.4 Scoto, in cinque luoghi testuali dell'Ordinatio, si riferisce apertamente alle Collationes che sono incluse in un discreto numero di testimoni manoscritti del trecento e del quattrocento che tramandano opere sicuramente scotiane, e nella Tabula Scoti redatta da Giacomo d'Ascoli. Guglielmo di Alnwick si dichiara reportator di una collatio, presumibilmente di Parigi, sulla connessione delle virtù morali.5Queste evidenze consentono d'inserire le Collationes nel corpus scotiano, secondo un grado di autenticità significativo, ma non perfettamente conforme ai criteri filologici attuali. Ciò non significa de virtute sermonis che le Collationes sono di Scoto o che non sono di Scoto, ma, più precisamente, che le Collationes non possono essere attribuite a Scoto secondo i criteri filologici attuali, pur avendo avuto buona probabilità di essere attribuite a Scoto dai suoi contemporanei secondo i loro specifici criteri filologici. Infatti è la cornice che dà significato al quadro, è l'orizzonte che dà senso al paesaggio, è la forma che fa la sostanza. Queste ultime annotazioni apparentemente erudite potrebbero risultare scomode per un eventuale progetto di edizione critica che volesse sostenere una stretta autorialità scotiana delle Collationes. Sarebbe più saggio mantenere l'anonimato dell'opera nel rispetto del rigore scientifico sperimentale.A seconda del luogo in cui queste conferenze sono state svolte, ossia Parigi o Oxford, le Collationes sono state distinte in Parisienses e Oxonienses. Queste ultime sono state edite da Marina Fedeli e Guido Alliney.6 Alliney e Fedeli hanno messo in luce la natura, la tradizione, la datazione, l'attribuzione e i contenuti storico-dottrinali di tutte le Collationes, incluse quelle di Parigi.Le Collationes Parisienses sono conservate in sette testimoni manoscritti già descritti da Carlo Balic, Guido Alliney, Marina Fedeli e Franz Pelster7: [End Page 116]Cambridge, Peterhouse College, MS 241, fols. 1r–45r;London, British Library, Add MS 7696, fols. 2r–38v;Cittá Vaticana, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. lat. 876, fols. 311r–323v;Oxford, Balliol College, MS 209, fols. 114r–141v;Oxford, Magdalen College, MS 194, fols. 2v–20v;Oxford, Merton College, MS 65, fols. 90r–109v;Oxford, Merton College, MS 90, fols. 155r–199VQuesti testimoni sembrano essere distribuiti in due redazioni distinte: l'una completa e l'altra incompleta. La prima appare tramandata dai primi due testimoni, entrambi risalenti al secolo XV, mentre la seconda redazione si trova negli altri testimoni di cui solo il ms. Vat. lat. 876 data al secolo XIV. A questi testimoni occorre aggiungere altri due: il ms. Cittá Vaticana, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. lat. 890, fols. 4v–5v che contiene solo un estratto, e il ms. Barcelona, Arxiu de la Corona d'Aragó, ms. Ripoll 95, ff. 35r–37r che custodisce solo la prima collatio di Parigi.8Le Collationes Parisienses si dividono almeno in quattro gruppi: il primo gruppo, dalla prima alla quarta collatio, verte sulle virtù morali... (shrink)

Una lunga lettura filologica di Nietzsche allena all’attenzione per i testi, in ogni loro parola. Il volume di Pietro Gori dichiara nel titolo ciò che le sue pagine realizzano, donando un saggio del pensiero prospettivistico all’opera. Lungi dal limitarsi a fornire un ulteriore contributo alla già ricca riflessione sul prospettivismo nietzschiano, Gori intercetta il desiderio della comunità scientifica in merito al tema declinandolo secondo cinque diverse prospettive, atte a rendere conto del...

Dopo aver affermato che non è più possibile ridurre il pensiero sartriano a degli schemi ermeneutici semplificatori, il saggio individua il tema della singolarità quale filo rosso che percorre quegli scritti nei quali Sartre dichiara di voler definire l’ambito e il metodo di un’antropologia marxista. Sono gli scritti che hanno come fulcro la Critica della ragione dialettica, in particolare il testo che ne diventerà l’Introduzione, cioè le Questioni di metodo, dove Sartre chiarisce quale funzione può giocare l’esistenzialismo nel conferire (...) al marxismo un rigore metodologico che gli permetta di costituirsi come un rigoroso materialismo storico. Il cuore dell’ontologia di L’essere e il nulla è rappresentato dalla nozione di «realtà umana», la versione «antropologizzata» del Dasein heideggeriano. Ispirandosi a Heidegger, ma mutandone l’orientamento di pensiero, Sartre attribuisce alla «realtà umana» il tratto del bisogno come mancanza organica. Così, gli schemi marxisti di intelligibilità dei processi storici e materiali sono rivisitati alla luce della natura contingente e finita della «realtà umana». È ciò che spinge Sartre a una revisione della dialettica, con lo scopo di aprirla alla comprensione della singolarità di ciascun uomo e a un sapere storico che possa finalmente ambire alla concretezza. (shrink)

De Sousa's comprehensive two-part review of a diversity of contemporary approaches to the study of consciousness is highly welcome. He makes us aware of a proliferation of theoretical and empirical approaches targeting a common theme, but diverging in many ways. He skilfully accomplishes a classification of kinds of approach, identification of the main representatives, their contributions, and respective limitations. However, he does not show how the desired integration could be accomplished. Besides summarising De Sousa's efficient analytical work, I make critical (...) comments and briefly report my contribution for the integration project. (shrink)

In this short paper I propose that the sensorimotor approach to perception is a tree yielding two distinct theoretical fruits. One fruit is sensorimotor reductionism. The other is sensorimotor integrationism. In this paper I try to explain what makes these fruits different.

La filosofía de la historia se ha debatido durante siglos en una estéril lucha entre idealistas y materialistas. El libro de Ignacio Ellacuría es un intento de superar esa dicotomía clásica. Tomando como punto de partida algunos conceptos fundamentales de la filosofía de Zubiri, Ellacuría cree posible asumir y a la vez criticar ambos extremos, desde una actitud más realista. De ahí el título del libro. Es importante destacar que la historia, para Ignacio Ellacuría, es el lugar de realización de (...) la ética. La historia no está hecha, se construye, es un proceso de creación de posibilidades humanas, y, en tanto que tal, una labor ética. La tesis de Zubiri de que el hombre tiene que hacerse cargo de la realidad, en Ellacuría se transforma en esta otra: el ser humano está obligado a encargarse de la realidad, y a cargar con ella. Este es el imperativo ético. Imperativo que, por otra parte, no sólo le obliga individualmente al hombre, en el reducto de la propia conciencia, al modo del idealismo, ni tampoco sólo en tanto que miembro de una clase social, como en el marxismo, sino como sujeto a la vez individual y específico, como miembro a la vez solitario y solidario de la especie humana. La obra póstuma de Ignacio Ellacuría constituye sin duda su más ingente trabajo intelectual en el campo de la filosofía, y representa, por su calidad y contenido, una pieza clave para comprender no solamente su producción estrictamente filosófica, sino también su pensamiento teológico y socio-político. (shrink)

David Chalmers appears to assume that we can meaningfully discuss what goes on in human heads without paying any attention to the words in which we couch our statements. This paper challenges this assumption and argues that the initial problem is that of metalanguage: if we want to say something clear and valid about us humans, we must think about ourselves outside conceptual English created by one particular history and culture and try to think from a global, panhuman point of (...) view. This means that instead of relying on untranslatable English words such as 'consciousness' and 'experience' we must try to rely on panhuman concepts expressed in cross-translatable words such as THINK, KNOW, and FEEL (Wierzbicka, 2018). The paper argues that after 'a hundred years of consciousness studies' it is time to try to say something about us (humans), about how we think and how we differ from cats and bats, in words that are clear, stable, and human rather than parochially English. (shrink)

Book Information A Theory of Justice: Revised Edition. By John Rawls. Oxford University Press. Oxford. 1999. Pp. xxii + 538. Hardback, £25.00. Paperback, £12.99.

In lieu of an abstract, here is a brief excerpt of the content:A FAOT ABOUT THE VIRTUES A. CHADWICK RAY Oentrai OoUege Peila, Iowa PHILIPPA FOOT remarks in Virtues and Vices that "with the nota;ble exception of Peter Gea;ch hardly 100.yone sees ·any difficulty in the thought that virtues may sometimes be di·splayed in bald ructions." 1 That a man may use his courage to deplorable ends; that 'a tea.ah.er ma.y show charity in igiving a miudent undeserved credit-these seem to (...) ibe hardly problema.tic possibilities. Yet Aquinas upholds •a definition of morrul virtue as " a good quality o[ the mind, by which we live rightly, of whioh no one cain make bad use,..."2 And Aristotle's conception of the man Ol:f p:riactica:l reason as the standard of moral virtue likewise seems to p!'lec1ude a virtue 's being misused.3 Times change, and rupparently eV'en virtue is not what it used to be. Nevertheless I mean here to survey the resour.ces of moral psyichology in the tradition of.Airistotle to see what sort of grounding can be found for the no-bad-use thesis. Presumably Geach stamds wlmost 1 afone today on this question, because the more traditional view would seem defensible only if it is taken as analytic. We could stipulate that an action wilil be called virtuous only if on balance it is the wisest alternative aivaifaible to the agent, but the utility of such a l Philippa Foot, Virtues and Vices (Berkeley: University of California Press, 1978), 15. In After Virtue (Notre Dame: University of Notre Dame Press, 1981), 216, Macintyre finds Hume, Kant, Mill, and Rawls taking virtues as dispositions to conform to certain rules. To the extent that rules are unreliable, the virtues will be too. 2 Aquinas, Summa theoiogiae, I-II, q.55, a.4. a Aristotle, Nioomaohean Flthios 1106b36-7a2, 1113a30-31. 430 A. CHADWICK RAY concept would be doubtfrnl, and 'virtue' would seem to name no real thing. The'1'e are, after aH, appwrently anomalous cases, as wihen a teacher is moved to indulgence by an undeserving student's plea and seems to show kindness to a fault. The deifense oif the no-bad-use thesis requires us to deny that real kindness is shown here. But if no better justification for the denia~ can be offered than that the action is wrong and so cannot be virtuous, the thesis wil:l express only an a11bitrary decision about how to use 'virtue ' and related terms. But if such deni1als can he justified by appeal to facts about human nature, then the no.:brud-use thesis itself may perhaps be taken a;s descriptive of certain realities constitutive of human life. After considel'ing some of the conditions of vir:tuous action and the possibility of degrees of virtue (section III), I shaill argue (IV and V) that the opening sentence of Aristotle 's Nicomachean Ethics affords a bctua:l ba;sis for sustaining the no-had-use thesis as descriptive of virtues as we find them; that if "every action and pursuit, is thought to aim at some good " is perhaps an overstatement, still the humanness and intelligibility of an action would seem to depend on its aiming at some good; and that it is largely by trying to consider actions independently of the goods they aim a;t that we imagine virtues able to se1we unworthy ends. Payffig fuH rega11d to the purposiveness of human action and the desires expressed in it will also make it possible (VI) to avnid oonoluding with Aristotle that the virtues are inseparable from eaich other. I conclude (VII) with some brief refteetion on the meaning of my departures from Aristotle. Before offering my own interpretation of the Aristotelian resources, though, I briefly contend for the reality of moral virtues (as tiraditiona1ly understood ) against conventioIJJa1ist interpretations ('section I) and then (H) consider an ailtemative account (roughly Geach's) of the nature of the virtues that would sa¥e the no-bad-use thesis. A FACT ABOUT THE VIRTUES 431 I. Virtues as Teleological Di8}Jositions Why indeed speak of vi1rtues at a1l? Behavior would seem to be describahle and e:x:p1a... (shrink)

Tom 1. Rannekhristianskiĭ gnosticheskiĭ tekst v rossiĭskoĭ kulʹture (21 i︠a︡nvari︠a︡ 2011 g.) -- Tom 2. Sudʹby religiozno-filosofskikh iskaniĭ Nikolai︠a︡ Novikova i ego kruga (15-17 okti︠a︡bri︠a︡ 2012 g.).

Not being satisfied with the interpretation offered by Sankara and his followers, or some other teachers the author has attempted in the following pages to present to the readers his own interpretation of the work as he has understood it. But in no way does he claim that his interpretation is the interpretation, i.e., the interpretation intended by Gaudapada himself. In the present volume the author has given a new edition of the text of the Agamasastra based on a number (...) of MSS and different editions, followed by an English translation. After this comes his annotation. At the end there are Appendixes including the text and English translation of the Mandukya Upanisad, VAriants of the MSS used for the edition of the text of the Agamasastra, and different indexes. (shrink)

Extensively updated to include clinical findings over the last two decades, this third edition of A Practitioner's Guide to Rational-Emotive Behavior Therapy reviews the philosophy, theory, and clinical practice of Rational Emotive Behavior Therapy. This model is based on the work of Albert Ellis, who had an enormous influence on the field of psychotherapy over his 50 years of practice and scholarly writing. Designed for both therapists-in-training and seasoned professionals, this practical treatment manual and guide introduces the basic principles of (...) rational-emotive behavior therapy, explains general therapeutic strategies, and offers many illustrative dialogues between therapist and patient. The volume breaks down each stage of therapy to present the exact procedures and skills therapists need, and numerous case studies illustrate how to use these skills. The authors describe both technical and specific strategic interventions, and they stress taking an integrative approach. The importance of building a therapeutic alliance and the use of cognitive, emotive, evocative, imaginal, and behavioral interventions serves as the unifying theme of the approach. Intervention models are presented for the treatment of anxiety, depression, trauma, anger, personality disorders, and addictions. Psychologists, clinical social workers, mental health counselors, psychotherapists, and students and trainees in these areas will find this book useful in learning to apply rational-emotive behavior therapy in practice. (shrink)

P-hacking or data dredging involves manipulation of the research data in order to obtain a statistically significant result. The reasons behind P-hacking and the consequences of the same are discussed in the present manuscript.

The COVID-19 pandemic has been a data-political spectacle. Data are omnipresent in prediction and surveillance, and even in resistance to governmental measures. How have citizens, whose lives were suddenly governed by pandemic data, understood and reacted to the pandemic as a data-political phenomenon? Based on a study carried out in Denmark, we show how society became divided into those viewing themselves as supporters of the governmental approach to the COVID-19 pandemic, and those who oppose it. These groups seem to subscribe (...) to very different truths. We argue, however, that both sides share a positivist ideal and think that data and facts ought to rule. Both sides have also come to acknowledge that data are not unambiguous, and both cast increasing doubts on political uses of data. Though the people agreeing with, and the people opposing, the government strategy are in many ways surprisingly similar with respect to epistemic norms, they differ in what they perceive as dangerous or desirable, and in who they believe are telling the “truth” about the pandemic. These different perceptions result in different types of pandemic-related activism. Resistance against restrictions is often understood as inspired by conspiracy theories and in some countries anti-restrictions activism has turned violent. In our case, however, we suggest that when looking at similarities and differences across both groups, the gap between those opposing and those agreeing with the government approach is not as unbridgeable as might be suggested by their beliefs in differing truths and the emerging societal division. (shrink)

В настоящей книге представлен анализ внутренней логики и социокультурного контекста существования Московского методологического кружка - одной из самых влиятельных мыслительно-практических контркультурных традиций советской эпохи.